L’impiego clinico del laser si fonda principalmente
sull’effetto termico
prodotto dall’assorbimento della
radiazione laser da parte dei pigmenti corporei e dell’acqua. Nella fotochirurgia l’energia laser viene
completamente convertita in calore: il riscaldamento del tessuto produce la vaporizzazione o la necrosi
coagulativa della zona irradiata o limitrofa. Il primo effetto e’ sfruttato per l’incisione del tessuto o per la
vaporizzazione di tessuti patologici, mentre il secondo effetto e’ impiegato nella fotocoagulazione.
Per alcune applicazioni si sfrutta
l’effetto meccanico
prodotto dal break down ottico generato
da un potente impulso laser. In alcune applicazioni si sfrutta il processo fotoablativo prodotto da laser
impulsati. In questo caso la luce produce la rottura dei legami molecolari e la formazione di
fotoframmenti (trattamento della corna per correggere la miopia).