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2.1 I principi generali della prevenzione e le componenti del Piano Nazionale
Gli effetti avversi del caldo sulla salute sono in gran parte prevenibili e, in
considerazione dell’aumento della frequenza e dell’intensità delle ondate di calore
previsto per i prossimi decenni, sono da considerarsi tra i più rilevanti problemi
sanitari che dovranno essere affrontati negli anni a venire. Il drammatico incremento
di mortalità causato dall’ondata di calore del 2003 in Europa ha messo in evidenza
l’impreparazione dei sistemi sanitari di fronte a questo tipo di emergenza e ha
evidenziato la necessità di sviluppare programmi di prevenzione diretti in modo
specifico alla popolazione più vulnerabile.
Per fronteggiare adeguatamente situazioni di emergenza sanitaria correlate a ondate
di caldo estremo è necessario un sistema di gestione necessariamente
multidisciplinare (oltre al settore salute sono coinvolti altri settori critici quali: energia,
pianificazione urbanistica, gestione dei servizi idrici, sicurezza alimentare, ecc),
caratterizzato da responsabilità concorrenti di Stato, Regioni, Province, Comuni.
Operativamente, ciò significa che è necessario definire piani/protocolli operativi a
differenti livelli che tengano conto di vulnerabilità e peculiarità proprie di singole realtà
locali.
L’Italia è stato uno dei primi paesi in Europa ad attivare un Piano operativo nazionale
di interventi per la previsione e prevenzione degli effetti delle ondate di calore sulla
salute e ad introdurre sistemi di allarme nelle principali città. Il Piano, che è stato
attivato nel 2004 con il supporto del Ministero della Salute e del Dipartimento della
Protezione Civile (DPC), coinvolge ad oggi 34 città di cui 27 con un sistema di allarme
operativo
.
Le Linee Guida sviluppate recentemente dal WHO (WHO 2008) individuano alcuni
principi generali per la programmazione degli interventi di prevenzione e per la
risposta all’emergenza caldo, di seguito indicati.
Utilizzo ed integrazione con i sistemi dell’emergenza già attivi a livello locale,
regionale e nazionale
Adozione di un approccio multisettoriale (con il coinvolgimento di altri settori
dell’assistenza oltre a quello sanitario) e creazione di una rete di servizi che
operano in modo coordinato
Utilizzo di strumenti di comunicazione efficienti per rendere accessibili in modo
tempestivo alla popolazione generale e ai sottogruppi a rischio le informazioni
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