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3.2 Completa
3.3 Negativa
calembour
Sinonimia senza base
morfologica, arcaismo,
neologia, prestito,
coniazione
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Transfert di classe,
chiasmo
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Metonimia
Ossimoro
Allegoria, parabola, favola
Ironia, paradosso, antifrasi
4. Permutazione
4.1 Generica
4.2 Per inversione
Antistrofe, anagramma,
metatesi
Palindromo, verlen
Tmesi, iperbato
Inversione
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Inversione logica,
inversione cronologica
Nel nostro caso, e per le nostre esigenze, abbiamo ritenuto opportuno suddividere le figure retoriche in
una classificazione più “utile” per un presentatore, ossia:
a.
Figure di Immagine
b.
Figure di Ripetizione
c.
Figure Tecniche
Figure di Immagine
Le figure di immagine hanno lo scopo di modificare il livello di utilizzo del linguaggio, tentando di farlo
passare da un livello puramente verbale ad un livello “visivo”, attraverso operazioni che richiamino alla
mente degli ascoltatori delle immagini. Quanto più è “viva” l’immagine richiamata e il suo collegamento
con le parole usate, maggiore sarà l’effetto di ritenzione del concetto espresso.
Allegoria
L’allegoria è la figura retorica mediante la quale un termine (denotazione) si riferisce a un significato più
profondo e nascosto (connotazione).
Sono ben note e comprensibili allegorie come la “dea bendata” (la fortuna), la spada e la bilancia (la
giustizia), così come tutti i simboli araldici e statali: la ruota dentata simbolo dell’Italia “fondata sul lavoro”
ne è un esempio.
L’uso della allegoria consente di produrre un linguaggio “immaginifico”, che crea appunto delle
“immagini mentali” che richiamano il loro significato; è uno degli aspetti che legano il linguaggio alle
immagini eventualmente presenti nelle slide che accompagnano la presentazione: inserire una “clip-art”
che rappresenta una lepre ovviamente farà “pensare” alla velocità, mentre una tartaruga alla lentezza.
Il problema dell’allegoria è che in realtà rappresenta un codice, e come tale ha l’esigenza di essere
“condiviso” da parte del presentatore con il pubblico.
Questo può rappresentare un problema in particolare in ambito internazionale, multiculturale: l’uso di
allegorie può, in tale caso, incorrere in errori (la tartaruga, simbolo in occidente di “lentezza”, in oriente è
sinonimo di “saggezza”).
Eufemismo
L'eufemismo è una figura attraverso cui si attenua o “ammorbidisce” un'espressione cruda e/o realistica.
È comune nella lingua; ad esempio: non è più con noi, è passato a miglior vita, ha finito di tribolare, se
n'è andato in cielo sono formulazioni eufemistiche della realtà “è morto”.
Spesso l'eufemismo (Lausberg, 1969) è una sostituzione linguistica dovuta alle convenienze sociali che
vieta l'uso di certi termini, impronunciabili o “tabù”; (vedi, ad esempio, la famosa saga di Harry Potter,
dove nel mondo magico è vietato anche solo nominare il cattivo Voldemort, il cui nome è sostituito dalla
frase “colui-che-non-può essere-nominato”).
L'eufemismo è quindi legato a precisi codici di comportamento sociale, storicamente determinati (vedi il
galateo e l’uso di termini riguardanti il sesso).
Chiasmo
Dato un concetto espresso in poche parole, invertire l’ordine delle parole derivandone un “concetto”
diverso che permette di ottenere dei “Punti di vista” insoliti, attraverso un rovesciamento del senso stesso
della frase.