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Circonlocuzione
Consiste nell'indicare una persona o una cosa indirettamente, attraverso un giro di parole. Es.: Colui che
governa ogni cosa (= Dio); il bel paese là dove l’ si suona (= l'Italia).
La circonlocuzione è detta anche perìfrasi.
Si potrebbe considerare una variante circonlocutoria, particolarmente efficace, il discorso ambiguo,
sospeso, allusivo, con cui si lascia intendere all'interlocutore un fatto, un personaggio, un giudizio.
Comparazione
La comparazione (detta anche “paragone”) costituisce nell’istituire un confronto fra due termini, di solito
preceduti dalle forme correlative “così…come”, “quale... tale”.
La comparazione non va confusa con la similitudine (v.), in cui il confronto è diretto e mediato dal termine
“come”: “è bello come il sole”.
Metafora
Lausberg (1969) definisce la metafora come:
La metaphora è la sostituzione (immutatio) di un verbum
proprium («guerriero») con una parola il cui significato inteso proprio è in rapporto di somiglianza
(similitudo) con il significato proprio della parola sostituita.
Simile alla metafora è la catacresi, ossia una estensione di senso per colmare una lacuna semantica; tipico
esempio sono “la gamba del tavolo” (dove il tavolo viene metaforicamente inteso come un “corpo” che ha
delle “gambe”, mancando un termine specifico per indicare i sostegni verticali del piano del tavolo), “il
collo della bottiglia”, “i denti della sega”, tutte catacresi ottenute attraverso delle similitudini di immagine (i
“denti” della sega in effetti ricordano i denti di una bocca, così come il “collo” della bottiglia richiama il
collo di un corpo).
Sulla metafora, e in particolare sulla logica sottostante alla sua creazione, sono stati svolti numerosi lavori,
tra cui il relativamente recente apporto di Lakoff e Johnson (Lakoff, 1970). Nelle presentazioni l’uso delle
metafore deve sempre tenere conto della particolare sensibilità e “normalità” d’uso da parte del pubblico
presente.
Può essere usata, in particolari casi, proprio una “metafora” insolita per sottolineare particolari aspetti che
altrimenti possono sfuggire alla attenzione: l’uso “non normale” di una metafora normalmente richiama
l’attenzione.
Iperbole
Consiste nell'usare parole esagerate per esprimere un concetto oltre i limiti della verosimiglianza.
L'iperbole può essere per eccesso (“corre più veloce del vento”) o per difetto (“è più lento di una
tartaruga”).
È comune anche nell'uso quotidiano (es.: “è un secolo che non ci si vede”).
Normalmente l'iperbole ha un significato enfatico, quando vuole sottolineare vistosamente uno stato
d'animo.
Umorismo e Ironia
Secondo Virginia Woolf
L'umorismo è la prima qualità che va persa in una lingua straniera
; Sull’umorismo
(e sull’ironia) sono stati spesi fiumi di parole, e versate botti di inchiostro: basti pensare al classico di
Pirandello, che utilizza oltre 200 pagine solo per riuscire a definire l’umorismo e tutte le sue varie specie e
tipologie.
Nel nostro caso si può definire, semplicemente, come il caso in cui si afferma una cosa intendendo dire
l'opposto: il pubblico deve operare una “interpretazione” per decifrare correttamente il messaggio, in base
al contesto e alla particolare intonazione del discorso.
L'ironia presuppone quindi, nel pubblico, la capacità di percepire lo scarto fra il livello superficiale e il
livello profondo di una frase.
L’ironia è un metodo attraverso il cui si possono mettere in risalto le difficoltà delle argomentazioni
contrarie alle nostre tesi, ma presuppone un utilizzo molto attento e sottile; in particolare è necessario che
il pubblico sia particolarmente “attento” e che si possa effettivamente contare sulla comprensione del
significato ironico di una frase: in caso contrario, l’effetto sarà addirittura raggelante; più che in altri casi,
quindi, vale la raccomandazione di utilizzare questa tecnica con la massima parsimonia.
Si possono trovare in commercio decine di libretti più o meno densi di battute e barzellette, nonché decine
di siti internet altrettanto ricchi, quindi c’è solo l’imbarazzo della scelta; attenzione perché in un uditorio
medio molto probabilmente (soprattutto se l’abbiamo tratta da un libro) la nostra battuta sarà nota ad
almeno un terzo dei presenti, ma se sappiamo raccontarla bene (e se è veramente azzeccata e pertinente)
la risatina più o meno evidente non è impossibile da ottenere.