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L’impatto del caldo dipende dall’intensità delle condizioni meteorologiche ed è
eterogeneo tra popolazioni e sottogruppi di popolazione per la presenza di particolari
caratteristiche che conferiscono una maggiore suscettibilità agli effetti negativi del
caldo (cfr. paragrafo 1.2). Una delle prime ondate di calore descritte nel nostro Paese
è quella verificatasi a Roma nell’estate del 1983. In quell’anno furono registrate
temperature massime al di sopra delle medie stagionali e negli stessi giorni venne
evidenziato un notevole aumento della mortalità totale e della mortalità per cause
cardiovascolari rispetto all’anno precedente (Albertoni 1984). Questa prima
osservazione è stata poi confermata da numerosi studi successivi che, utilizzando
metodi di analisi più complessi, hanno confermato che le temperature elevate hanno
un effetto a breve termine sulla mortalità: picchi di mortalità della popolazione si
registrano infatti con un tempo di latenza molto breve, di 1-2 giorni, dal picco
osservato di temperatura (Basu 2009, Kovats 2008).
Secondo i modelli climatici previsti dall’IPCC l’aumento della temperature atteso a
livello globale porterà ad una variazione della relazione temperatura/mortalità con un
incremento della mortalità estiva (Figura 3), sebbene in presenza di un certo livello di
adattamento della popolazione ed il conseguente aumento del valore soglia di
temperatura. Dalla figura 3 si evidenzia inoltre che, sempre a causa dei cambiamenti
climatici e del conseguente aumento delle temperature, è attesa anche una
diminuzione della mortalità associata alle basse temperature che però sarà di minore
entità rispetto all’incremento di mortalità associato alle alte temperature.
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