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BOX 2. Fattori che influenzano la termoregolazione ed i rischi associati al caldo
Nell’uomo la maggior parte degli organi vitali lavora, in condizioni di normalità, alla
temperatura pressoché costante di 37°C (36.1°-37.8°C). Molti degli elementi di controllo
della temperatura corporea sono localizzati nell’ipotalamo, organo deputato all’attivazione
dei meccanismi di risposta alle variazioni termiche. Il corpo umano è sottoposto
continuamente a scambi di calore con l’ambiente che lo circonda; in particolare la perdita di
calore con l’ambiente circostante avviene attraverso :
radiazione
attraverso l‘emissione di onde elettromagnetiche (nel campo
dell’infrarosso)
convezione
attraverso lo scambio di aria e acqua dalla superficie cutanea
conduzione
attraverso il contatto diretto con oggetti più freddi
evaporazione
di acqua prodotta dalle ghiandole sudoripare che ricoprono la
superficie cutanea
Conduzione, evaporazione e convezione richiedono la presenza di un gradiente termico tra
l’ambiente e la superficie cutanea mentre il processo di evaporazione richiede un gradiente
di vapore acqueo.
Quando questi meccanismi sono inefficienti o insufficienti ad un’adeguata dispersione del
calore (per intensità dell’esposizione o per limitazioni patologiche della risposta
omeostatica) la temperatura corporea interna aumenta causando uno stress all’organismo,
soprattutto a carico del sistema cardiovascolare.
Un incremento di almeno 1°C porta all’attivazione di termorecettori presenti nella cute e
negli organi interni. Il centro termoregolatore, che si trova nel
sistema nervoso centrale,
sulla base delle informazioni ricevute dai termorecettori periferici, influenza l’attività di
organi effettori termici che rispondono attraverso una vasodilatazione cutanea con
conseguente aumento di volume del circolo ematico cutaneo e una maggior produzione di
sudore.
Quando la temperatura esterna è maggiore di quella della pelle l’unico meccanismo
disponibile per il controllo della perdita di calore è l’evaporazione attraverso la
sudorazione. Alcuni fattori, come ad esempio l’umidità, l’assenza di correnti d’aria o l’uso
di farmaci con meccanismi anticolinergici, possono modificare questo tipo di risposta e
determinare un incremento della temperatura corporea con rischio di danni diretti (stress
da calore, colpo di calore, disidratazione, crampi, lipotimia ed edemi) o indiretti
(aggravamento di condizioni morbose preesistenti). Per un approfondimento su segni e
sintomi delle patologie dovute al caldo si veda alla fine il paragrafo 1.4
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