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Una profusa sudorazione compensativa, innescata dall’esposizione ad alte
temperature, determina la perdita di liquidi e di sali che in un organismo disidratato,
condizione frequente negli anziani, può esitare in emoconcentrazione e,
potenzialmente, provocare una trombosi del circolo coronarico, cerebrale o polmonare
e una coagulazione intravasale disseminata.
Un altro gruppo a rischio è ritenuto quello dei pazienti con insufficienza renale sia per
problemi legati alla disidratazione, sia perché possono andare incontro più facilmente
a sbalzi di pressione durante i periodi di caldo intenso. I soggetti diabetici con
neuropatia periferica sono incapaci di produrre una sudorazione efficace per via della
interruzione del segnale che dal centro della termoregolazione è diretto alle ghiandole
sudoripare.
Le persone che soffrono di disturbi psichici possono essere più vulnerabili perché a
causa del loro minore grado di consapevolezza del rischio possono assumere
comportamenti inadeguati. Inoltre, è bene ricordare che questo gruppo di persone fa
abituale uso di farmaci e ciò può aggravare gli effetti indotti dall’eccesso di calore.
Anche le persone affette da malattie neurologiche come il morbo di Parkinson e le
demenze costituiscono un gruppo a rischio per l’alto livello di dipendenza e l’uso di
farmaci psicotropi.
L’assunzione di bevande alcoliche deprime i centri nervosi e stimola la diuresi,
condizioni entrambe sfavorevoli alla dispersione di calore. Inoltre l’uso di alcol e
oppiacei incrementa la vasodilatazione cutanea e aumenta la sudorazione, riducendo
la temperatura corporea ma aumentando il rischio di disidratazione.
Gli psicostimolanti (cocaina, anfetamine, Metilen Diossi Meta Anfetamina-MDMA)
causano un incremento della temperatura corporea dovuto ad una vasocostrizione
cutanea che ostacola la perdita di calore, e a un aumento dell’attività muscolare
associata ad una maggiore produzione di calore endogeno.
Anche il soggetto obeso può essere esposto a maggiori rischi in caso di esposizione a
temperature elevate. Alcuni studi mostrano che l’incidenza di ictus è più alta in
soggetti obesi o in sovrappeso rispetto a quelli normopeso. La ridotta percezione al
caldo, insieme alla diminuita capacità di dissipare calore, possono in parte spiegare la
suscettibilità di questo gruppo al caldo; altri meccanismi fisiopatologici non sono
ancora del tutto conosciuti.
In tabella 2 sono sintetizzati i meccanismi d’azione per le diverse patologie/condizioni
croniche associate a un aumento di rischio di mortalità in seguito a esposizione al
caldo.