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Una donna belga, che aveva tutti i requisiti richiesti dalla legge, aveva chiesto l’iscrizione all’albo degli
avvocati, motivandolo col fatto che l’articolo 6 della Costituzione belga proclamava l’uguaglianza di tutti i
Belgi davanti alla legge e che nessun testo aveva espressamente vietato alle donne l’accesso al foro.
A questa domanda, la prima nella storia del Belgio, la Corte di Cassazione rispose che “se il legislatore
non aveva escluso con disposizione formale le donne dal foro, era perché riteneva assioma troppo
evidente per doverlo enunciare il fatto che il servizio della giustizia fosse riservato agli uomini”.
Un’affermazione che circa un secolo fa appariva evidente oggi apparirebbe non solo irragionevole, ma
anche ridicola.
Notiamo, di passaggio, che è stato necessario aspettare il 7 aprile 1911 perché il legislatore belga
escludesse le ragioni invocate nel 1889 e permettesse alle donne di esercitare la professione di avvocato.”
Numerose altre esemplificazioni potrebbero essere prese come modelli di problematiche legate al tempo e
alla argomentazione: basti pensare al concetto di “sviluppo”, inteso per molti anni come un processo
inequivocabile solo e sempre in aumento, senza potenziali limiti, che solo negli ultimi anni è stato
affiancato (e oggi, sempre più, sostituito) da un concetto di “sviluppo sostenibile”, e anche di “decrescita
controllata”, tale da consentire alla società quanto meno di mantenere il livello di benessere raggiunto,
nonostante sia evidente che le risorse del pianeta (queste si, decisamente “finite”) difficilmente potranno
permettere a tutti gli abitanti della terra di raggiungere il livello di benessere oggi presente in occidente.
Nell’ambito specifico della presentazione di dati e risultati scientifici c’è una certa “sufficienza” sull’aspetto
più propriamente di “presentation”, dato che un notevole sforzo viene già profuso in tutte le parti
precedenti dell’attività di ricerca.
Convincere vs. persuadere
Dal dizionario “De Mauro”:
Convincere:
1.
Rendere qualcuno sicuro di qualcosa sciogliendone i dubbi o inducendolo a tenere un
comportamento, a compiere una determinata azione
a.
Es: abbiamo convinto la commissione della validità del progetto, l’hanno convinto a
trattenersi a cena
2.
Ispirare fiducia:
a.
Es: quel tipo non mi convince, la cosa non mi convince; è una teoria che convince
Persuadere:
1.
Indurre qualcuno in una convinzione o spingerlo a compiere determinate azioni
a.
Es: lo persuasi dell’inutilità dei suoi sforzi, mi ha persuaso a tentare ancora una volta
2.
Di discorso, scritto e sim., ottenere l’approvazione di chi ascolta o legge:
a.
Es: l’intervento ha persuaso l’assemblea
b.
in frasi negative, non piacere, non ispirare fiducia né approvazione: le tue idee non mi
persuadono per niente, la sua faccia non mi persuade affatto
Apparentemente “convinzione” e “persuasione” non sono altro che due termini sinonimi, e in quanto tali
potremmo usarli indifferentemente nell’ambito delle nostre esigenze di presentazione.
In realtà una sottile, percepibile distinzione appare, e non “sentiamo” di poter usare indifferentemente i
due termini: e questo indipendentemente dal loro significato letterale o anche dalla loro etimologia,
(convincere da con-vinco e persuadere da per-suadeo) che fanno pensare, nel primo caso ad un’azione
quasi fisica di “stabilire un vincolo, una unione” e nel secondo ad un “passare attraverso la suasione” (il
che, in fin dei conti, è una tautologia).
Per poter distinguere il significato dobbiamo rifarci alle teorie di differenziazione dei domini conoscitivi
(Orefice, 2001) sviluppatisi attraverso il processo evolutivo dei saperi dei viventi, al cui culmine (e
comunque, per quanto attiene ai nostri interessi) si pone l’Homo sapiens sapiens.
Secondo questa teoria, ampiamente dimostrata e convalidata, nell’ambito della conoscenza si possono
distinguere, anche in base al loro lento e graduale sviluppo nel corso dell’evoluzione, tre domini
fondamentali: il dominio sensomotorio, il dominio emotivo e il dominio razionale.