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Il modello elementare di “presentazione”
Una presentazione coinvolge tre aspetti fondamentali, che potremmo considerare come le tre “gambe” di
un tavolo, o i tre “supporti” di una piramide: l’aspetto “contenuto”, l’aspetto “estetico” e l’aspetto
“persuasivo”.
In questa tripartizione riecheggia la base stessa della retorica classica, secondo i principi del “docere”, del
“delectare” e del “movere”: quando ci impegniamo in una presentazione in ogni caso noi stiamo
“insegnando” qualcosa, e se lo facciamo in modo “piacevole” possiamo ottenere i migliori risultati
persuasivi (“muovere” verso una direzione voluta).
Dal nostro punto di vista una presentazione dovrà essere supportata in modo equilibrato su tutti e tre i
punti, in modo da essere “ottimale”; la prevalenza di una delle tre parti potrebbe portare ad avere delle
presentazioni non efficaci, o comunque meno efficaci di quanto potrebbero (o dovrebbero?) essere.
Riconducendo tali elementi alle “discipline” filosofico-scientifiche che li comprendono, possiamo dire che
abbiamo bisogno di far interagire l’etica, l’estetica e la retorica: nello schema seguente si riepilogano gli
aspetti fondamentali di ciascuna “disciplina”:
Disciplina
Elementi “estremi”
Etica
Giusto Ingiusto
Corretto Sbagliato
Legale Illegale
Onesto Disonesto
Imparziale Parziale
Buono Cattivo
Morale Immorale
Estetica
Bello Brutto
Piacevole Spiacevole
Gradevole Sgradevole
Retorica
Preferibile Non Preferibile
Opportuno Inopportuno
Migliore Peggiore
Consigliabile Sconsigliabile
Adeguato Inadeguato
L’etica è il regno di ciò che è corretto, giusto: nel nostro caso direi che si tratta di stabilire una “etica” del
contenuto nel senso della correttezza: ovviamente non potremmo fare una presentazione di contenuti
palesemente errati: non sarebbe corretto dal punto di vista né scientifico né, tanto meno, etico.
L’estetica si occupa della conoscenza del bello (naturale e/o artistico) e più in particolare del nostro modo
soggettivo di giudicare tramite i sensi (in primis vista e udito, ma in genere qualsiasi sensazione viene
analizzata dall’estetica); l’estetica ci può e ci deve guidare nella realizzazione di una presentazione che sia
anche “bella” da vedere e ascoltare, nella convinzione che ciò permetterà un più facile “passaggio” del
nostro messaggio.
La retorica è forse la disciplina più “bistrattata”, nel corso dei secoli: dopo una grande diffusione e
attenzione di cui ha goduto nell’epoca classica, grazie al lavoro di grandi come Aristotele, Cicerone e
Quintiliano, ha continuato a far parte del bagaglio di studi di qualunque erudito; purtroppo
un’interpretazione “eccessiva” della retorica ha portato a privilegiare esclusivamente gli aspetti
ornamentali, formali, di quella che era nata come una vera e propria teoria della persuasione.
Questo eccesso ha messo sempre più in ombra la retorica che è praticamente scomparsa dagli
insegnamenti universitari italiani fin dal 1929; solo negli ultimi anni, anche a seguito di una “riscoperta”
della retorica, mutata in “teoria dell’argomentazione”, si assiste a una lenta e graduale rinascita, resa
comunque difficoltosa dall’accezione negativa che ormai il termine “retorica” si porta appresso.
E’ importante comunque sottolineare un aspetto, che dovrà sempre essere tenuto presente: tutte e tre le
“discipline” messe come elementi fondanti di una “teoria della presentazione” sono in realtà discipline
“soggettive”, dato che i termini di riferimenti non sono mai assoluti e immutabili ma risentono della
soggettività e della mutevolezza della realtà sociale e umana in genere.