22
•
Quemadmodum ?
(in che modo)
•
Quibus adminniculus ?
(con quali mezzi)
In epoca moderna questi antichi modi di organizzazione sono passati nella tecnica giornalistica, e ci sono
tornati indietro dai paesi anglosassoni nelle ben note 5 W:
•
Who: chi è il soggetto della narrazione, chi ha compiuto i fatti e/o chi li ha subiti
•
What: cosa è successo
•
When: quando il fatto è accaduto
•
Where: dove è successo
•
Why: perché è successo, quali sono le cause
Un altro “metodo” a disposizione è quello di far passare l’argomento in questione attraverso i cosiddetti
“luoghi” (o loci) e registrare gli effetti che questa operazione fa scaturire.
Il “Trattato dell’argomentazione” concepisce i luoghi sulla base del loro grado di accettabilità da parte del
pubblico: la qualità, la quantità, l’ordine, l’essenza sono categorie delle quali tutti, in genere, teniamo
conto; così intesi i luoghi rappresentano le premesse di ordine generale, spesso implicite, sulla base delle
quali giustifichiamo le nostre scelte e le nostre tesi (Ellero, 1997).
Riprendiamo la descrizione dei luoghi da (Ellero, 1997):
Il luogo della Quantità consiste nell’affermare che qualcosa vale più di qualcos’altro per motivi
quantitativi: ad esempio, l’utile dei molti deve essere preferito all’utile dei pochi; ciò che è durevole e
stabile deve essere preferito a ciò che è effimero; il comportamento comune ai più deve essere preferito
rispetto a quello comune ai meno (con conseguente confusione tra normale e normativo), e così via; rileva
dei luoghi della quantità il fare appello al “buonsenso”, al senso comune, come marca sufficiente della
ragionevolezza, o alla superiorità di quanto è ammesso dalla maggioranza come fondamento di alcune
concezioni della democrazia; al luogo della quantità inoltre si può ricondurre la preferenza accordata al
facile sul difficile, a ciò che comprendiamo saldamente rispetto a ciò che ci sfugge.
Il luogo della Qualità consiste invece nell’affermazione opposta: il valore di qualcosa risiede nella sua
unicità, nella sua insostituibilità e infungibilità, nella sua stessa fragilità; esso comporta la contrapposizione
dell’insostituibilità dell’uno alla banalità dei molti, del valore di verità dell’uno rispetto alla mendacità dei
molti (una e diritta è la via della verità, innumerevoli e tortuose quelle dell’errore; uno solo è il vero Dio, i
molti Dei sono falsi Dei, e così via); rileva dei luoghi della qualità il valore accordato a ciò che il tempo
minaccia, la lode dell’effimero (carpe diem, giovinezza, rosa pronta a sfiorire, ecc.) contrapposta al valore
quantitativo della durata; il luogo della “qualità” è alla base di tutte le culture d’elite, o, comunque, di
quelle culture paradossalmente proposte all’imitazione delle masse in quanto culture d’elite; funzionano in
questo modo alcuni spot pubblicitari: se la pubblicità mostra un uomo che, scendendo da una macchina
bella e costosa, entra in una casa bella e costosa, dove trova una moglie bella e costosa, davanti alla
quale apre una costosa bottiglia di vino, lo sventurato spettatore penserà che, se anche lui comprerà
quella costosa bottiglia di vino, potrà ottenere l’effetto di far pensare al suo vicino che anche lui possiede
quella macchina, quella casa e quella moglie, e tutto questo con un incredibile sconto sul prezzo; il luogo
della “qualità” mette in discussione che al numero possa essere associato un valore positivo; per questo è,
in genere, il luogo dei riformatori e delle minoranze rivoluzionarie; mentre il luogo della “quantità” tende
a caratterizzare il classicismo, sul luogo della “qualità”, secondo Perelman, è fondato l‘immaginario
romantico, con la lode dell’effimero, del fugace, dell’originale, dell’incomparabile, dell’arduo, dell’unicità
del genio.
I luoghi dell’Ordine consistono nell’affermare che ciò che è anteriore vale di più rispetto a ciò che è
posteriore; da qui la lode e l’apprezzamento per ciò che è originario, il maggior valore riconosciuto alla
causa rispetto all’effetto, al fine rispetto ai mezzi, alle leggi rispetto ai fatti; sui luoghi dell’ordine sono
imperniate le dispute filosofiche per stabilire ciò che è anteriore in modo da ricavarne conclusioni rispetto
al valore da accordare all’uno o all’altro aspetto del reale; in definitiva anche le affermazioni circa “i bei
tempi andati”, la “età dell’oro” del mito cinese, o ancora “si stava meglio quando si stava peggio”, nonché
il rispetto dovuto all’anzianità e alla vecchiaia sono riconducibili ai luoghi dell’ordine .
I luoghi dell’Esistente contrappongono il valore del concreto rispetto a ciò che è soltanto possibile e non
ancora attuale: “meglio un uovo oggi…”; In questo senso possono essere ricondotte tutte le
argomentazioni che vengono addotte come “linea del minor rischio”, con la quale giustificare condotte più