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state memorizzate nella “memoria a lungo termine”, il contenuto della “memoria a breve termine” viene
cancellato.
Il passaggio dalla “memoria a breve termine” non può essere saltato, ed è quello che crea il problema:
questa memoria sembra avere una capacità limitata, da cinque a un massimo di nove informazioni (o
simboli) di una grandezza monodimensionale.
E’ la cosiddetta “legge del 7 più o meno 2” di Miller (1956a): una persona “media” può ricordare al
massimo soltanto sette elementi: alcuni arrivano a nove, altri hanno un limite a cinque o anche meno.
Per fare un esempio: se ci viene fornita una stringa di cifre come la seguente: 3355434404 probabilmente
avremo difficoltà a memorizzarla, ma se la medesima stringa viene “scomposta” in 335 543 4404 (o, per
qualcuno 335 54 34 404) l’operazione di comprensione è molto più facile: basti pensare a come dettiamo
un numero di telefono al nostro interlocutore: nessuno si sogna di dire
“tremiliarditrecentocinquantacinquemilioniquattrocentotrentaquattromilaquattrocentoquattro”
altrimenti il nostro ascoltatore ci farà ripetere la cifra più e più volte; chiunque la reciterebbe come
“tretrecinque (pausa) cinquequattrotre (pausa) quattroquattro (pausa) zeroquattro”
È da notare, tra l’altro, che il primo gruppo di cifre viene identificato dalla maggioranza delle persone
come il “prefisso telefonico” e come tale più facilmente memorizzato dato che “connesso” a una
conoscenza già presente nella “memoria a lungo termine”.
Questa legge del “7±2” deve essere ricordata e applicata quando stiamo predisponendo le nostre slide;
per maggior sicurezza, e per essere certi di “rimanere entro i limiti”, potremmo dire:
1.
non più di sei argomenti nel nostro indice
2.
non più di sei slide per ogni argomento
3.
non più di sei righe per ogni slide,
4.
non più di sei parole per ogni riga
Potremmo, per eccesso di zelo, prevedere di preferire le parole più brevi, fino a sei lettere, ove disponibili
come sinonimi equivalenti, utilizzando, quindi, una sorta di regola del 6x6x6x6x6.
Molto spesso si vedono, invece, nelle presentazioni, slide che contengono intere frasi composte da trenta o
quaranta parole, disposte su più righe, come un intero paragrafo di un testo.
Questo è l’errore più classico che viene commesso da un “principiante” della presentazione; se abbiamo
bisogno di fornire ai nostri ascoltatori il testo completo di quanto stiamo presentando sarà opportuno
predisporre un fascicolo di accompagnamento alla presentazione, da fornire prima o dopo la
presentazione stessa (ci sono pro e contro per entrambe le alternative) e non dovremo mai proiettare dei
testi così lunghi che richiedano, al pubblico, un tempo maggiore ai 2-3 secondi per essere letti, altrimenti
l’attenzione si sposterà dal presentatore alla slide, con perdita di tutto quello che il presentatore dice
mentre il pubblico è impegnato a leggere.
Una riprova molto semplice di questo aspetto si può fare con la visione del “Telegiornale” Rai delle 20:30;
da diverso tempo viene proiettata, in basso, una striscia mobile con del testo che riporta i titoli delle
principali notizie del giorno; sarà facile constatare che se ci impegnano nella lettura di tali titoli, è molto
difficile seguire e comprendere cosa il presentatore sta illustrando in quel momento, perdendo, quindi, i
dettagli della notizia; viceversa, se si segue la notizia presentata verbalmente dal giornalista sarà difficile
seguire la scritta in basso.
Come è possibile ridurre il testo ? alcune poche semplici regole:
•
Eliminare, se non indispensabili, aggettivi e articoli.
•
Rivedere la forma per eliminare congiunzioni e articoli superflui.
Esempio di un titolo:
“GLI ELEMENTI DI BASE DELL’ECONOMIA”
Può diventare:
“ECONOMIA: ELEMENTI BASE”
Da sei parole a tre (riduzione al 50 % …)