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Al centro
Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura
che la diritta via era smarrita;
Ah quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinnova la paura;
Tant’è amara che poco è più morte;
ma per trattar del ben ch’io vi trovai
dirò dell’altre cose ch’i v’ho scorte.
L’allineamento al centro può essere positivamente sfruttato per i titoli, per eventuali citazioni di frasi e
simili.
E’ da tenere presente che è un allineamento che non facilita la lettura, quindi non deve essere usato come
“normale”.
A destra
Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura
che la diritta via era smarrita;
Ah quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinnova la paura;
Tant’è amara che poco è più morte;
ma per trattar del ben ch’io vi trovai
dirò dell’altre cose ch’i v’ho scorte.
L’allineamento a destra viene normalmente usato per i ringraziamenti, per le citazioni e anche, talvolta,
per i titoli. E’ bene curare, tra l’altro, che la lunghezza delle varie righe non sia troppo diversa l’una
dall’altra, altrimenti la leggibilità sarà veramente fastidiosa.
Giustificato
Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura che la diritta via era smarrita; Ah
quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinnova la paura;
Tant’è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch’io vi trovai dirò dell’altre cose ch’i v’ho
scorte.
E’ l’allineamento da preferire se la slide è particolarmente “piena” di testo; l’allineamento sia a destra che
a sinistra ottiene un effetto di “ordine” molto positivo, ma, prima di tutto, ci si dovrebbe chiedere perché la
slide è così “piena”: probabilmente non abbiamo fatto il necessario lavoro di dimagrimento del testo.
Colori
Il colore è indispensabile; noi viviamo in un mondo a colori, e una immagine in bianco e nero non ci è
familiare, soprattutto a chi ha meno di trenta anni e non può neanche ricordare di aver visto delle
trasmissioni televisive non a colori; l’uso del bianco e nero anche nel cinema (con l’ovvia esclusione di
materiale storico) ormai è riservato a documentari (specialmente a carattere storico) o a “sperimentazioni”
da parte di autori particolarmente impegnati, che “riscoprono” la “mancanza di colore” per ottenere effetti
emotivi o comunicativi fuori dall’ordinario.
Il colore aggiunge una dimensione alla comunicazione visiva, però, come tutti i mezzi di comunicazione,
prevede un “codice” di uso che lo renda comprensibile e anche, in una qualche misura, piacevole: così
come non basta conoscere l’alfabeto per poter discorrere piacevolmente con qualcuno, non basta
conoscere l’esistenza dei colori base per poterli usare in modo proficuo e non dannoso.
Sull’uso dei colori, e della loro combinazione, sono state spese molte parole e ricerche, sia nell’ambito
psicologico che nella “cromoterapia”, ma nessuna di esse risulta essere definitiva e convincente in
assoluto.
E’ evidente che il colore è un aspetto importante della presentazione, ma in definitiva si hanno poche
possibilità di trarre delle conclusioni generali da una ricerca approfondita, ad esempio, sui
condizionamenti culturali; tanto per fare un facile esempio, la Cina, che nella tabella precedente riporta
una serie di convenzioni “culturali”, rappresenta un territorio grande tre volte l’Europa
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, con una
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UE 15: superficie: 3.235.283 km², 378.273.000 abitanti; Repubblica popolare cinese: superficie: 9.572.900 km²,
1.279.161.000 abitanti (De Agostini, 2004)