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dell’estate) di tavoli tecnici o gruppi operativi ad hoc, composti dai responsabili a
livello di Distretto e di Servizi sociali del Comune e dai MMG.
E’ importante che prima dell’estate l’ASL definisca e adotti uno specifico programma
di interventi (prevenzione e assistenza) da attivare sul territorio nei confronti delle
persone ad alto rischio. E’ necessario che tale programma sia concordato con i servizi
sociali comunali, per garantire il collegamento e l’integrazione degli interventi (sanitari
e sociali) sul territorio.
Di seguito si indicano alcune delle principali iniziative che potrebbero essere comprese
nel programma:
individuazione di un punto di riferimento congiunto socio-sanitario, che potrebbe
diventare l’ambito sociale di competenza dei Comuni e l’ambito sanitario di
competenza delle ASL, riferimento fondamentale anche per la costruzione della
mappa dei soggetti a rischio e attivazione di un numero verde dedicato a ricevere
le segnalazioni delle persone a rischio elevato (anziani fragili)
individuazione di uno o più responsabili del coordinamento territoriale operativo a
livello di zona sociale/distretto che, oltre ad assicurare il funzionamento del
sistema quotidiano delle previsioni meteo e la capillare diffusione del bollettino
giornaliero, garantisca anche l’attivazione a cascata degli interventi (sia sociali che
sanitari) indicati nel protocollo operativo.
attivazione di un servizio di call center rivolto ai cittadini residenti, finalizzato a
fornire informazioni sulle misure di prevenzione, i servizi disponibili sul territorio e
per mediare, in caso di necessità, l’attivazione della rete di assistenza sanitaria e
sociale.
rafforzamento dell’assistenza domiciliare:1)
l’assistenza domiciliare programmata
(ADP) che garantisce la programmazione sistematica delle visite domiciliari del
medico di medicina generale, con la possibilità di effettuare, su richiesta dello
stesso medico curante, visite specialistiche domiciliari e 2)
l’assistenza domiciliare
integrata
(ADI), che consente di assistere, per quanto possibile, in ambito familiare
gli anziani ad alto rischio, con gravi problemi di salute, secondo un programma
fondato sulla collaborazione del medico di medicina generale, degli specialisti e
degli operatori sanitari. Nel nostro Paese l’ADI è rivolta in più del 90% dei casi alle
persone ultrasessantacinquenni. Tuttavia la percentuale della popolazione in carico
ai servizi ADI in Italia è ancora fra le più basse in Europa.