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BOX 3. La sperimentazione di un Servizio di custodia socio-assistenziale
Il servizio di custodia socio-assistenziale nasce come progetto pilota nelle città di Milano,
Genova, Roma e Torino nel 2004. Il progetto, promosso finanziato dal Ministero della Salute
attraverso apposite convenzioni con le Regioni coinvolte, si fonda sull’attività di servizi di
prossimità di quartiere che svolgono azioni di supporto alla rete parentale/amicale o si
sostituiscono ad essa, nei casi di persone anziane non autosufficienti che vivono da sole. Nella
realtà ogni custode socio-sanitario, dotato di specifica formazione professionale, coadiuvato da
altri operatori del volontariato o del servizio civile, ha in carico un certo numero di anziani in
condizioni di fragilità, individuati nel quartiere di residenza. Il suo compito principale è
sorvegliare le condizioni di salute e fornire supporto all’anziano, interpretare con competenza i
“segnali” di natura sanitaria e attivare tempestivamente gli interventi di soccorso, in caso di
necessità. Gli anziani residenti nei quartieri del progetto sono selezionati sulla base dei dati
provenienti dall’anagrafe comunale e su una prima valutazione dei bisogni socio-assistenziali,
in occasione della prima visita al domicilio da parte degli operatori, nonché sulla base delle
informazioni sanitarie fornite dai medici di famiglia. L’elenco degli anziani in carico al servizio è
gestito e aggiornato attraverso un apposito data base in dotazione ad una centrale operativa. I
criteri per costruire l’archivio degli anziani fragili in carico al servizio sono definiti sulla base di
parametri epidemiologici.
Ogni centrale operativa è dotata di un call center, che gestisce i dati dell’archivio, coordina
l’attività dei custodi e cura i contatti con gli altri servizi presenti sul territorio. Gli operatori
addetti al call-center effettuano il monitoraggio delle persone anziane in carico con telefonate
periodiche, con cadenze più frequenti in coincidenza dei periodi di allarme/emergenza
climatica, a seconda del profilo di fragilità dell’anziano. Ogni operatore del call center ha anche
il compito di fornire informazioni utili direttamente alla persona anziana o a chi se ne prende
cura, riguardanti: i servizi socio-assistenziali e socio-sanitari, presenti sul territorio e l’iter
d’accesso per l’avvio delle necessarie pratiche burocratiche; i centri di socializzazione afferenti
al territorio di riferimento ed i relativi programmi di attività; le iniziative (culturali, di incontro,
di animazione, sportive, religiose) organizzate per le persone anziane nel quartiere di
residenza; attivare risposte mirate, coinvolgendo, a seconda dei casi, la famiglia, la rete di
solidarietà, i servizi di assistenza sociale, la rete dei MMG o la rete del 118.
In alcune città (Torino, Genova e Roma) il servizio di custodia è diventato parte integrante
nella rete dei servizi territoriali coinvolti
durante l’emergenza caldo.
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