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La salute orale del familiare o di chi si occupa del bambino riveste un ruolo
importante nel rischio predittivo di carie di quest’ultimo. Forti evidenze hanno
dimostrato che le madri rappresentano la fonte primaria per la colonizzazione di
Streptococcus mutans
dei loro figli (Douglass
et al.
, 2008; Kagihara
et al.
, 2009;
CDAF, 2010; Seow, 2012).La presenza di alte concentrazioni di batteri cariogeni
associate o meno a un’elevata esperienza di carie nella madre influenzerà la
precoce colonizzazione di tali batteri nel cavo orale del bambino. Il rischio di
trasmissione aumenta con livelli salivari elevati di
Streptococcus mutans
e inoculi
frequenti da parte della madre (Law & Seow, 2007; Poureslami & Van Amerongen,
2009; de Castilho
et al.
, 2013). La colonizzazione, prima transitoria, diventa stabile
solo dopo l’eruzione dei primi denti decidui, poiché le superfici dure forniranno una
sede stabile di adesione per i microrganismi cariogeni. Se la trasmissione di
Streptococcus mutans
sarà precoce e massiva, il rischio del bambino di sviluppare
lesioni cariose nei denti decidui sarà elevato (Law & Seow, 2007; Misra
et al.
, 2007;
Vadiakas, 2008; Poureslami & Van Amerongen, 2009).
La somministrazione di integratori fluorati (compresse, gocce), durante la
gravidanza, allo scopo di ridurre il rischio di carie del nascituro, non è
raccomandabile vista la mancanza di una chiara evidenza scientifica (EADP, 2009).
Tuttavia, durante la gravidanza, un’integrazione vitaminica e/o minerale con prodotti
che contengono anche fluoro in concentrazioni variabili (0.7-1mg), può essere
contemplata(http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pagineAree_1000_listaFile_itemN
ame_7_file.pdf).
Un basso stato socio-economico, inoltre, è associato a un elevato rischio di carie.
Nonostante negli ultimi decenni sia stata riscontrata, nei paesi industrializzati, una
riduzione dell’incidenza di carie nella popolazione pediatrica, in alcune fasce di essa
la patologia è aumentata. Il 20% della popolazione pediatrica è, infatti, colpito
dall’80% delle lesioni cariose; questa minoranza di soggetti appartiene alle fasce
più deboli e povere della popolazione (Roberts, 2008; Caufield
et al.
, 2012). Il basso
stato socio-economico, di per sé, non provoca carie ma tale condizione è spesso
associata a una dieta ricca di alimenti trasformati ad alto contenuto di carboidrati
semplici, condizione associata allo sviluppo di carie (Caufield
et al.
, 2012). Il
fabbisogno calorico di queste famiglie è soddisfatto da alimenti di modesto valore
nutrizionale ed elevato contenuto calorico con maggiore rischio di obesità.
’obesità, la cui prevalenza in aumento, deve essere considerata una vera e
propria forma di malnutrizione, spesso associata a sviluppo di ipoplasie dello smalto
ed elevata incidenza di carie (Caufield
et al.
, 2012).
Sottoraccomandazione 1.4
Un’insufficiente esposizione ai composti fluorati rappresenta un fattore di
rischio per l’insorgenza di lesioni cariose.
Forza della raccomandazione A
Grado dell’evidenza I
Il principale agente remineralizzante è rappresentato dalla saliva. In essa, infatti,
sono disciolti ioni calcio, fosfato e fluoro che favoriscono i processi di re
mineralizzazione. Esistono, poi, molti composti a base di fluoro, ioni calcio e fosfato
o idrossiapatite-simili che possono essere utilizzati per remineralizzare
efficacemente le superfici dentali. Tra questi, tuttavia, i composti fluorati sono quelli