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Se si tratta di un microfono “a gelato” impegna le mani, ed è molto difficile mantenerlo a distanza
uniforme dalla bocca quando ci si muove, con un effetto di altalena del volume molto
indisponente.
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Se si tratta di un microfono “a bottone” si deve prestare attenzione di fissarlo bene agli abiti
(risvolto della giacca, cravatta) a distanza adeguata per poter cogliere la voce ma al tempo stesso
attenzione a possibili fruscii derivanti da sfregamenti contro gli abiti quando ci si muove
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Se è un microfono “con il filo” (per fortuna sempre più raro, ormai sono consuetudine i microfoni
di tipo “wireless”) il medesimo sarà un considerevole rischio di inciampo e comunque di
distrazione durante i movimenti
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I microfoni “wireless” sono alimentati a pile: attenzione quindi a rifornire l’apparecchio di pile
assolutamente nuove (e di buona qualità) subito prima di iniziare la presentazione: interrompersi
per cercare e sostituire le batterie sarebbe un altro momento di “concentrazione” persa.
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Gli altoparlanti distribuiti nella sala possono avere dei fastidiosi effetti di “fischio” (il cosiddetto
“effetto Larsen” dal nome dello scienziato danese Søren Larsen, che ha scoperto per primo il
principio) provocati da una interazione microfono-altoparlante che, a causa di un feedback
incontrollato, portano l’altoparlante ad emettere un fischio molto forte e fastidioso; per evitare tale
inconveniente è necessario “dosare” il volume, e studiare bene le posizioni della sala in cui il
fenomeno avviene, in modo da poterle evitare negli spostamenti.
Schermo di proiezione
Presentatore
Esempio di zone ad “effetto larsen”
C o r r i d o i o
c
Zone da evitare negli spostamenti
Con tutti questi inconvenienti è ovvio che un presentatore che voglia essere maggiormente sicuro ed
efficace avrà avuto cura di lavorare preventivamente sulla propria voce; se proprio non è possibile farne a
meno è importante, nella fase di sopralluogo, provare accuratamente il funzionamento del microfono
disponibile (e se proprio si tratta di un apparecchiatura “terribile” procurarsi una alternativa).
Per inciso: la mancanza di un microfono “wireless” o meglio, la presenza di un microfono fisso sul tavolo è
uno dei motivi per cui le “presentazioni” classiche, fatte stando seduti dietro un tavolo e con un microfono
davanti hanno una resa pessima: il fatto di dover tenere la testa a distanza regolare dal microfono
costringe ad un quasi immobilismo del presentatore, che se anche solo deve girarsi verso lo schermo
(spesso alle sue spalle) per indicare con un puntatore un particolare deve contemporaneamente stare in
silenzio dato che la voce non verrà correttamente amplificata e sarà quasi inaudibile dalle ultime file.
Un’ultima raccomandazione: un impianto di amplificazione di scarsa o pessima qualità, che distorca la
voce, introduca dei fruscii o degli scricchiolii è assolutamente da evitare: meglio senza.
Lavagne
Lavagna di carta