DECRETI COLLEGATI
D.lgs. 9 Aprile 2008, n. 81 - Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro - Appendice Normativa
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Attenzione!
Questi valori non vanno considerati in maniera assoluta; gli effetti delle diverse concentrazioni variano in base allo
stato di salute degli operatori e alle attività fisiche svolte.
Tra gli agenti asfissianti, vanno considerati ad esempio: anidride carbonica, azoto, elio, argon, idrogeno, metano,
etano, propano, butano, freon/halon.
Situazioni di rischio associate a sostanze asfissianti
Esempi di situazioni di rischio possono essere:
o
non adeguata rimozione di azoto (N
2
) o di altro agente a seguito di attività di bonifica o inertizzazione;
o
fermentazione e decomposizione di sostanze organiche con produzione di anidride carbonica (CO
2
), metano
(CH
4
), idrogeno solforato (H
2
S) se presenti composti solforati;
o
reazioni tra acqua del terreno, gesso e calcare, con produzione di anidride carbonica;
o
processi di combustione;
o
reazioni di ossidazione all’interno di serbatoi di acciaio e recipienti (formazione di ruggine);
o
reazioni tra rifiuti e ossigeno atmosferico;
o
reazioni di sostanze contenute all’interno di stive di navi, autobotti, cisterne, e simili, con l’ossigeno;
o
dispersione di agenti estinguenti o refrigeranti come l’anidride carbonica, azoto o agenti alogenati (halon,
freon, argon) in ambienti non aerati;
o
ambienti o recipienti in aziende vitivinicole;
o
reazioni di ossidazione da parte di alcuni tipi di materiali (residui, incrostazioni, rifiuti, terreni).
ATTENZIONE!
Molti gas asfissianti sono inodori, incolori e insapori, non sono rilevati dall’apparato sensoriale umano e
causano la perdita di conoscenza senza segni premonitori, per cui l’uomo non riesce ad avvertire il
pericolo in tempo.
I sintomi più facilmente distinguibili possono essere i seguenti:
-
vertigini e progressiva perdita dell’equilibrio;
-
sensazione di pesantezza nella parte frontale della testa;
-
formicolio alla lingua ed alle estremità delle dita di mani e piedi;
-
difficoltà di parola, fino all’impossibilità di emettere suoni;
-
riduzione della capacità di effettuare sforzi fisici e di coordinare i movimenti;
-
diminuzione della coscienza e di talune caratteristiche sensitive, particolarmente il tatto.
Il
rischio di intossicazione
si può verificare in caso di:
impropria bonifica di ambienti confinati con presenza di residui di materiali che possono emettere gas, fumi o
vapori ( per esempio H
2
S);
presenza di gas, fumi, vapori tossici che possono:
invadere cisterne o serbatoi tramite le condotte di collegamento;
essere prodotti durante attività di manutenzione;
presenza di sostanze liquide e solide che, in alcune condizioni, possano improvvisamente rilasciare
nell’ambiente gas o vapori pericolosi;
presenza di polveri;
presenza di liquidi e solidi che emettono gas tossici in presenza di aria o vapori d’acqua (zolfo, fosfuri che
emettono fosfina a contatto di acidi ed acqua o vapore, ecc.);
reazioni chimiche di decomposizione o fermentazione;
ambienti sospetti di inquinamento o confinati dove si effettuano processi di saldatura;
lavorazioni con solventi organici tossici o vapori tossici;
attività svolte nei pressi di fogne, bocche di accesso e pozzi di connessione alla rete;
combustioni in difetto d’ossigeno;
scavi e fossi contenenti terreno contaminato, come scarichi di rifiuti;
reazioni tra sostanze incompatibili con accumulo di gas tossici (es. sostanze acide con ipocloriti, solfuri,
cianuri, ecc.);
Tipiche sostanze tossiche sono: acido solfidrico (H
2
S), acido cianidrico (HCN), solventi ed altri.
Le concentrazioni dei contaminanti devono essere almeno inferiori ai valori limite soglia definiti dalla legislazione
vigente laddove previsti; alternativamente, si può fare riferimento a standard internazionali.
ATTENZIONE!
Il caratteristico odore di uova marce proprio dell’acido solfidrico o idrogeno solforato (H
2
S), a
concentrazioni uguali o superiori a 100 ppm, non viene più percepito poiché il nervo olfattorio si paralizza!