non sono automaticamente applicabili alla valutazione a posteriori di attrezzature che già si trovano
nell’ambiente di lavoro.
Le nuove attrezzature riferite a tali norme possono essere considerate giustificabili solo a
condizione che le procedure e modalità di utilizzo siano compatibili con le tecniche di valutazione
delle emissioni stabilite nelle norme medesime.
4.09 - Come gestire la valutazione del rischio per portatori di protesi ed altri dispositivi medici
impiantati ?
I lavoratori portatori di dispositivi medici o protesi impiantate devono essere considerati lavoratori
particolarmente sensibili al rischio, secondo la definizione dell'art.183. La valutazione del rischio
per tali soggetti sarà quindi del tutto peculiare e prescinderà dal mero rispetto dei valori di azione e
limiti di esposizione, avvalendosi peraltro della collaborazione del medico competente, anche sulla
base delle informazioni fornite dal medico o struttura curante o produttore sulla natura e
caratteristiche del dispositivo (livelli di immunità, tipologia di malfunzionamento) o protesi. I livelli
d’azione prescritti dall’Allegato XXXVI del DLgs.81/2008 sono stati infatti fissati al fine di
prevenire gli effetti noti dell’esposizione su soggetti sani. Per altro l’esposizione a campi
elettromagnetici di entità inferiore anche ai livelli di riferimento per il pubblico di cui alla
raccomandazione europea 1999/519/CE può comportare problemi per persone portatrici di
stimolatori cardiaci, impianti ferromagnetici e dispositivi medicali impiantati.
Il CENELEC sta affrontando il problema nella sua generalità, ed è allo studio il prEN 50527-1
"Assessment of human exposure at the workplace for persons bearing AIMD
(Active Implanted
Medical Device)
in electric, magnetic, and electromagnetic fields with frequencies 0 - 300 GHz –
Part 1 - General".
Allo stato dell'arte, informazioni utili sui livelli di sicurezza per soggetti portatori di dispositivi
medici o protesi sono reperibili nelle linee guida ICNIRP sui campi magnetici statici (1994), sul
documento dell'ACGIH (American Conference of Government Industrial Hygienist) “Threshold
limit values for chemical substances and physical agents and biological exposure indices” (1999), in
riferimento ai campi a 50 Hz. Informazione utili sono anche contenute nel rapporto ISTISAN 01/21:
“Immunità elettromagnetica dei pacemaker alle stazioni radio base per telefonia GSM: distanze di
sicurezza sulla base di normative attuali”
, basate su un progetto di norma sviluppato in Germania
dal DIN (E DIN VDE 0848-3-1 del 1999).
In particolare, la maggior parte degli stimolatori cardiaci può presentare disturbi e
malfunzionamenti per campi magnetici statici superiori a 0,5 mTesla. Vi sono inoltre anche altri
sistemi elettronici di uso crescente, come protesi auricolari elettroniche, pompe per insulina, protesi
attive, che possono risultare suscettibili ad induzioni magnetiche di pochi mTesla. A partire da
campi statici dell’ordine di 3-5 mT possono inoltre essere indotti spostamenti e torsioni di schegge
interne al corpo umano o impianti ferromagnetici, con conseguente grave rischio per la salute e
l’incolumità del soggetto esposto.
Per quel che riguarda i campi a frequenza di rete (50 Hz), l'ACGIH raccomanda che i soggetti
portatori di dispositivi attivi non siano esposti a livelli superiori a 1 kV/m per il campo elettrico, e
100
µ
T per il campo magnetico.
4.10 – In quali casi e con quali modalità i produttori sono tenuti a fornire informazioni sui
livelli di emissione di CEM ?
Tutti i macchinari alimentati a corrente elettrica, o contenenti una componente che sia sorgente di
radiazioni non ionizzanti, possono generare, nello spazio loro circostante, un campo
elettromagnetico di spettro vario.
Secondo quanto riportato al punto 1.5.10 dell’Allegato 1 del DPR 459/96 (recepimento della
direttiva macchine) la progettazione e costruzione di tali macchinari deve essere tale da limitare