lenti inoltre non devono deteriorarsi o perdere le loro proprietà per effetto dell’irraggiamento
emesso in normali condizioni di impiego.
Tutti i dispositivi di protezione degli occhi e del viso da radiazioni ottiche appartengono almeno alla
II categoria del DLgs.475/92 e pertanto comportano l’obbligo di una formazione specifica all’uso.
I dispositivi di protezione degli occhi e del viso, oltre alla marcatura CE, devono avere
obbligatoriamente la marcatura specifica sia dell’oculare che della montatura, entrambe
rappresentate da una sequenza orizzontale di lettere e numeri che stanno ad indicare le capacità
protettive e le caratteristiche delle due parti del dispositivo. La nota informativa che accompagna il
DPI contiene le spiegazioni che permettono di interpretare il significato della marcatura e si rivela
particolarmente utile poiché la marcatura utilizza diversi codici alfanumerici stabiliti dalle norme
tecniche specifiche.
L’oculare presenta un codice alfanumerico prima del marchio di identificazione del fabbricante che,
se funzionale alla riduzione dell’esposizione a radiazioni ottiche non coerenti, nella prima posizione
presenta un numero di scala che identifica il tipo di protezione da radiazioni luminose. Il numero di
scala è una combinazione di numero di codice (che identifica la regione spettrale per la quale i filtri
sono destinati) e numero di graduazione (che rappresenta la capacità del filtro di trattenere la
radiazione incidente pericolosa), staccati da un trattino. Se compare un solo numero si deve
intendere che si tratta di un protettore per saldatura (i relativi filtri non hanno infatti uno specifico
numero di codice) e il singolo numero identificherà direttamente la graduazione.
Per maggiori dettagli si veda l’
A
LLEGATO
6
.
Occorre infine ricordare che la protezione complessiva del lavoratore si avvale spesso di DPI che
non riguardano solo la protezione di occhi e volto. Ad esempio, nelle lavorazioni che comportano
l’esposizione dell’operatore alle radiazioni emesse da archi elettrici, torce al plasma, ecc.
(radiazione UV, visibile e infrarossa) la protezione si attua prescrivendo al lavoratore di utilizzare,
oltre alle maschere munite di idonei filtri o agli elmetti provvisti di filtri elettronici a cristalli liquidi,
i guanti da saldatore e indumenti resistenti al calore (es.: grembiule).
Per inciso occorre anche che nell’ambiente dove si lavora con tali protezioni il microclima sia
regolato di conseguenza.
Radiazioni laser
I DPI oculari specifici per radiazioni laser devono essere utilizzati in tutte le zone pericolose dove è
possibile il superamento dei valori limite di esposizione.
La norma europea UNI EN 207 descrive i requisiti cui i filtri laser devono rispondere ed elenca i
livelli protettivi possibili, indicati da un numero di graduazione espresso con il simbolo
L
, seguito
da un numero da 1 a 10.
Per ogni livello protettivo è indicato il fattore spettrale massimo di trasmissione per lunghezza
d'onda, nonché le densità di potenza e/o di energia utilizzata per i test di prova; tali test vengono
eseguiti per le varie tipologie di laser (a onda
continua, pulsata, a impulsi giganti e a impulsi a modo
accoppiato), ognuna contraddistinta da una lettera identificativa (rispettivamente
D,
I
,
R
e
M)
.
Per calcolare il livello protettivo necessario ad un determinato laser, la norma tecnica sopra citata
fornisce le formule necessarie ed una tabella di riferimento (riportata in
A
LLEGATO
6
–
Tabella A6-
G
) per poter eseguire gli opportuni calcoli; in alternativa, si consiglia di far riferimento ai
fabbricanti di occhiali antilaser, fornendo tutte le caratteristiche del laser da cui ci si deve
proteggere.
Oltre al livello protettivo, ai fini della scelta del dispositivo idoneo, è necessario prendere in
considerazione anche:
•
la trasmissione luminosa per avere la visione più nitida possibile;
•
il riconoscimento dei colori;
•
il campo visivo che deve essere il più vasto possibile.