che il raggio intercetta l’occhio (per i laser di Classe 1M, 2M, 3A, 3R, 3B e 4) e potrebbe avvenire
per la cute (sicuramente per le attrezzature di Classe 4, da valutarsi negli altri casi). Se però il raggio
non intercetta mai (né occasionalmente, né accidentalmente) l’occhio o la cute, i valori limite sono
rispettati anche in presenza di laser di Classe 1M, 2M, 3A, 3R, 3B e 4.
In questi casi la valutazione effettuata osservando le modalità lavorative e di esposizione in rapporto
alla Classe del laser in uso può stabilire se i valori limite sono superati senza misurazioni.
È da precisare tuttavia che non è sufficiente soffermarsi sulla classificazione che riguarda gli
apparati laser, ma occorre considerare anche quella dei sistemi laser che eventualmente li
contengono. Quando sono presenti laser di elevata potenza all’interno di sistemi laser classificati
come non pericolosi, in quanto racchiusi con barriere e sistemi di protezione adeguati, bisogna
tenere presente che nel momento in cui si accede, superando le protezioni alle aree prossime alla
sorgente, ad. es. per operazioni di manutenzione, pulitura, allineamento delle ottiche, il lavoratore si
può trovare di fronte ad una sorgente di Classe più elevata, ad es. la 4, e la valutazione del rischio
per questi operatori deve necessariamente considerare tale evenienza.
5.14 - Come si effettua la valutazione dei livelli di esposizione eseguendo misure?
Radiazioni ottiche non coerenti
Se è noto che la sorgente non emette radiazione UV, ma ha un’emissione essenzialmente nel
visibile e vicino infrarosso, è possibile effettuare una misurazione preliminare di luminanza della
stessa o di ricavarla da una misura di illuminamento effettuata con un normale luxmetro (da cui
calcolare poi la luminanza). Infatti, se la luminanza di una sorgente non supera le 10.000 cd/m
2
, non
saranno superati i relativi limiti previsti a tutela del rischio retinico (ICNIRP,
“Guidelines on limits
of exposure to broad-band inchoerent optical radiation (0.38 to 3
µ
m)”
).
Questa procedura, che prevede comunque un semplice calcolo e una semplice misura, è certamente
un approccio meno oneroso alla caratterizzazione spettroradiometrica della sorgente.
Negli altri casi, metodi validi per effettuare le misure sono gli stessi riportati nelle norme citate al
Punto 5.09
.
Radiazioni laser
Ad eccezione delle sorgenti giustificabili (vedi
Punto 5.07
) e di quelle situazioni nelle quali dai dati
disponibili è possibile ottenere i valori di confronto con i livelli limite dell’Allegato XXXVII la
valutazione dei livelli di esposizione si effettua mediante misurazioni.
Indicazioni tecniche e operative per effettuare le misure sono riportati nella norma CEI EN 60825-
1. Qualora vi siano più valori limite di esposizione applicabili ad una data sorgente o condizione di
lavoro, è sufficiente procedere ad una verifica con misure del valore limite più restrittivo.
5.15 - Quali sono le specifiche indicazioni per le misurazioni di esposizioni a sorgenti pulsate
di radiazioni coerenti e non coerenti ?
Le indicazioni metodologiche per l’effettuazione delle misurazioni per questo tipo di sorgenti sono
riportate nelle norme:
-
CEI EN 62471:2009
Sicurezza fotobiologica delle lampade e sistemi di lampade
-
CEI EN 60825-1:2009
Sicurezza degli apparecchi laser
patto che il lavoratore sia informato del fatto (come del resto deve essere scritto sulle targhette) che non deve fissare
intenzionalmente il fascio