le distanze e le modalità di esposizione per le sorgenti non coerenti, mentre per quelle laser è
importante verificare anche eventuali riflessioni.
•
Esecuzione di misure: nel caso non siano disponibili i dati del fabbricante o non vi siano
riferimenti a standard tecnici specifici, è necessario effettuare delle misure strumentali secondo
le indicazioni fornite da norme tecniche specifiche (vedi
Punti 5.14
e
5.15
). Le misure devono
essere eseguite con strumentazione adeguatamente tarata, dotata di caratteristiche idonee ai
parametri da rilevare (vedi
Punto 5.17
).
•
Esecuzione di calcoli: partendo dai dati forniti dal fabbricante, dai dati di letteratura o dai valori
misurati, mediante appositi calcoli si ottengono le grandezze necessarie al confronto con i valori
limite (es.: dall’irradianza spettrale fornita dal costruttore o misurata, si stima l’irradianza
efficace).
•
Confronto con i valori limite: i risultati acquisiti dalle fasi precedenti (dai dati dei produttori, dai
dati di bibliografia, da misure strumentali o da calcoli) devono essere confrontati con i valori
limite previsti nell’Allegato XXXVII del DLgs.81/2008 per stabilire il possibile superamento o
meno di tali valori.
Utili riferimenti per la conduzione della valutazione del rischio da ROA non coerenti sono presenti
nell’allegato A delle norme UNI EN 14255-1 e UNI EN 14255-2. Tale approccio può essere esteso
alla valutazione del rischio da radiazioni laser che ha valido riferimento anche nella norma CEI EN
60825-1 e nelle guide per l’utilizzatore (CEI 76 fascicolo 3849R e fascicolo 3850R per le varie
applicazioni) e nella norma CEI 76-6 (identica alla IEC 60825-8) fascicolo 5928 sulle
problematiche nelle applicazioni mediche.
5.07 - Quali sono le condizioni nelle quali la valutazione del rischio può concludersi con la
“giustificazione” secondo cui la natura e l’entità dei rischi non rendono necessaria una
valutazione più dettagliata ?
Costituisce esperienza condivisa che talune sorgenti di radiazioni ottiche, nelle corrette condizioni
d’impiego, non danno luogo ad esposizioni tali da presentare rischi per la salute e la sicurezza. In
questi casi è giustificato non dover procedere ad una valutazione del rischio più dettagliata.
Richiamato che inizialmente occorre sempre individuare (censire) ogni sorgente di radiazione ottica
artificiale (vedi
Punto
5.06
), il termine “giustificazione” riportato dal legislatore nell’art.181,
comma 3, si riferisce a tutte quelle situazioni espositive per le quali non è necessario effettuare un
approfondimento della valutazione. D’altra parte l’approfondimento della valutazione è necessario
in tutti quei casi di esposizione a ROA i cui effetti negativi non possono essere ragionevolmente
esclusi.
Sono giustificabili tutte le apparecchiature che emettono radiazione ottica non coerente classificate
nella
categoria 0
secondo lo standard UNI EN 12198:2009 (vedi
Punto
5.11
), così come le
lampade e i sistemi di lampade, anche a LED, classificate nel gruppo “
Esente
” dalla norma CEI EN
62471:2009 (vedi anche
Punto 5.11
e
Punto 5.13
)
3, 4
.
Esempio di sorgenti di gruppo “
Esente
” sono l’illuminazione standard per uso domestico e di
ufficio, i monitor dei computer, i display, le fotocopiatrici, le lampade e i cartelli di segnalazione
luminosa. Sorgenti analoghe, anche in assenza della suddetta classificazione, nelle corrette
condizioni di impiego si possono “giustificare”.
3
Dato che i criteri su cui si basano le norme possono in alcuni casi non essere sovrapponibili a quelli del DLgs.81/2008,
può accadere che apparecchiature in categoria 0 o lampade esenti possano far superare i valori limite di esposizione
(vedi banda UVA e danno termico retinico).
4
Poiché le norme tecniche citate in questo capoverso sono di recente emanazione, per tutte le sorgenti antecedenti ad
esse si consiglia di rivolgersi al fabbricante per ottenere le necessarie informazioni. In mancanza di queste, occorrerà
procedere con una valutazione del rischio più approfondita.