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L’ansia è provocata da vari fattori, ma fondamentalmente da una reazione del cervello a situazioni nuove,
oppure a situazioni note ma vissute male nel passato, tali da influenzarci negativamente (quella volta è
andata male, allora ogni volta va male, anche questa volta andrà male…).
Sicuramente uno dei primi aspetti da curare sarà individuare quali sono le principali cause o fattori che ci
provocano lo stress:
•
Essere osservati, al centro dell’attenzione
•
Essere giudicati
•
La paura di fallire
•
La presenza di registratori, videocamere, macchine fotografiche
•
Le luci puntate
Campbell (Campbell, 1990) elenca dodici punti, ritenuti “esemplificativi” del tipo di paure che possono
affliggere chi si sta preparando ad una presentazione:
1.
Non potrei parlare di niente per più di due minuti
2.
Ho paura di poter avere un vuoto mentale
3.
In sala potrebbe esserci qualcuno che ne sa più di me
4.
Potrei tralasciare un punto importante
5.
Fra il pubblico potrebbe esserci un tipo che disturba
6.
Potrebbero farmi una domanda a cui non so rispondere
7.
Il mio accento mi fa sentire stupido
8.
Non voglio deludere il pubblico
9.
Non credo di essere in grado di mettere assieme parole che abbiano senso tra loro
10.
Non voglio sembrare goffo
11.
Non sono tagliato per questo, non ho il dono della parola facile
12.
L’ho già fatto una volta e sono stato un disastro
E’ ovvio che potremo lavorare su alcuni di questi punti, per cercare di attenuarne l’effetto attraverso una
operazione di “autoconvincimento”: se siamo intimoriti dagli estranei, possiamo chiedere ad un amico o
conoscente di essere presente e pensiamo di fare la presentazione solo per lui; se ci preoccupa il giudizio e
la paura di fallire, ripensiamo a quanto abbiamo lavorato per preparare il tutto: una buona dose di
autoironia, per cercare di sdrammatizzare, sarà un buon antidoto: in fin dei conti chi ci ascolta è un essere
umano come noi, con le medesime necessità fisiologiche!
In effetti già solo riuscire ad elencare tutti gli elementi che ci “fanno paura” ha un effetto catartico che,
probabilmente, ne ridimensiona subito diversi.
Nei prossimi paragrafi vedremo tutto quanto necessario per affrontare tutte le “paure” di cui sopra.
Esiste tutto un complesso meccanismo nel nostro corpo con cui una attivazione del sistema nervoso
produce adrenalina e cortisolo, e il “livello di allarme” arriva a dare sintomi fisici ben percepibili come:
Palpitazioni, Tensione muscolare, Irrigidimento della mascella, Bruciore di stomaco, “farfalle” nello
stomaco, Vuoti di memoria, Pruriti, Sudorazione eccessiva, Sensazione di caldo o di freddo (brividi),
Secchezza della bocca o eccessiva salivazione, Sensazione di stanchezza, spossatezza.
Questo fenomeno è del tutto naturale, e non possiamo prescindere da esso; in effetti senza un
meccanismo di questo tipo saremmo del tutto indifesi e impreparati ad affrontare rischi e pericoli, che
nella preistoria del genere umano erano molto più presenti e reali di oggi.
Lo stress quindi non è un fenomeno da combattere, piuttosto un aspetto da gestire e incanalare in una
direzione per noi utile. Dobbiamo infatti distinguere tra una situazione di “stress” positivo (eustress) e una
situazione in cui lo “stress” diventa eccessivo e quindi negativo (distress)