Come preparare una presentazione di successo - page 66

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Ovviamente si dovrà prestare attenzione a
non camminare troppo veloci ma piuttosto
a fare spostamenti lenti e misurati,
cercando, ove possibile, di non voltare la
schiena al pubblico se non per il minimo
indispensabile.
Un altro aspetto da curare è che si può
benissimo spostarsi “lateralmente”, ossia
continuando a guardare verso il pubblico
(per mantenere il “contatto visivo”) per
esempio nel percorso da “A” a “B” e
viceversa), così come, con un minimo di
attenzione, è possibile camminare
“all’indietro” nel percorso da “C” a “D”);
quando poi si fanno delle “soste” è bene
seguire la regola di base del Tai Ji:
“ginocchia
sbloccate”,
“peso
uniformemente distribuito sulle due
gambe”, “spostamento lieve del peso da un piede all’altro e viceversa”.
Si potrà “indugiare” in posizioni “neutre”, (es. la posizione “B”) ossia che non coprono lo schermo e che ci
permettono di vedere comunque buona parte del pubblico, oppure, ma senza indugiarvi troppo, alle
spalle (es. la posizione “C”) del pubblico stesso (questa è una posizione “Strategica” sopratutto quando
stiamo mostrando una slide particolarmente complessa, e vogliamo che l’attenzione sia completamente
concentrata su di essa e non “distratta” dal presentatore); dovremo invece evitare di soffermarsi in
posizioni che possono disturbare la lettura delle slide, come la “D”, dove tutto il pubblico seduto sulle sedie
rosse vedrà noi sovrapposti allo schermo, con evidente disturbo).
In ogni caso la maggior parte del tempo la passeremo nella posizione “di partenza” (indicata con “A”) ma
evitando di trasformarsi in stoccafissi.
Per una annotazione finale sul tema “movimento” è necessario fare qualche cenno alla prossemica, ovvero
allo studio e all’analisi della distanza che separa due o più interlocutori.
Nella prossemica vengono definite 4 “zone”, corrispondenti approssimativamente a 4 cerchi
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che
circondano la persona:
la zona intima – da 0 a 45 cm: è la zona privata,
di massimo contatto viene condivisa solo con
persone di cui si ha fiducia e stima; è possibile il
contatto fisico
la zona personale – da 45 a 120 cm: vi
ammettiamo le persone che non sono semplici
conoscenti, ma che non sono tanto vicini da
poter entrare nella zona intima, è una distanza
che in ogni caso evita il contatto fisico
la zona sociale – da 120 a 360 cm: vi si svolge
la comunicazione superficiale con colleghi di
lavoro e conoscenti.
la zona pubblica – oltre 360 cm: è tutto lo spazio
oltre quello sociale; evita il coinvolgimento e il
rapporto diretto fra le persone.
E’ evidente che questo vale sia per il presentatore che per gli ascoltatori, quindi le “zone” tendono
reciprocamente a sovrapporsi; il presentatore dovrà fare la massima attenzione alla gestione di tali
“distanze”, in base al momento della presentazione e al messaggio che vuole trasmettere.
All’inizio, evidentemente, sarà necessario mantenersi nella cosiddetta “Zona Sociale”, passando
gradatamente nella “Zona Personale” in misura proporzionale sia al grado di intimità che saremo riusciti a
costruire con il pubblico, sia al grado di “coinvolgimento” che vorremo creare.
In ogni caso non potremo sconfinare nella “Zona Intima”, a rischio di provocare delle reazioni di ostilità e
di “rifiuto” nelle persone, ovviamente molto poco consone ad una presentazione che vorrebbe, quanto
meno, essere “persuasiva”.
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In realtà le distanze indicate sono molto approssimative, e risentono anche degli usi e costumi locali; in area
mediterranea si tende a “diminuirle”, mentre in oriente (es. Giappone) si tende ad aumentarle rispetto alla media;
questo è però difficile da standardizzare, anche perché ovviamente si deve tener conto del tipo e grado di ceto sociale,
del lavoro, dell’ambito di riferimento etc.
Zona Intima
Zona Personale
Zona Sociale
Zona Pubblica
Schermo di proiezione
Percorsi di spostamento e posizioni
A
B
C
D
1...,56,57,58,59,60,61,62,63,64,65 67,68,69,70,71,72,73,74,75,76,...118
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